home layout

 

Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

iscrizione newsletter

weblink

Briciole di luce 07/2024

                                                    Se mi amate…
                                                                   (Cfr. Giovanni 14,15-21)

 

Scarica il pdf
Guarda il video 

La prima parola è «se»: se mi amate. Un punto di partenza così libero, così umile, così fragile, così fiducioso, così paziente. Non dice: dovete amarmi. Nessuna minaccia, nessuna costrizione, puoi aderire e puoi rifiutarti in totale libertà.

Ma, se mi ami, sarai trasformato in un'altra persona, diventerai come me, prolungamento dei miei gesti, eco delle mie parole: se mi amate, osserverete i comandamenti miei. Non per dovere, ma come espansione verso l'esterno di ciò che già preme dentro, come la linfa della vite a primavera, quando preme sulla corteccia dura dei tralci e li apre e ne esce in forma di gemme e foglie.

In questo passo di Vangelo, Gesù chiede di essere amato, ma non detta regole, si fa mendicante d'amore. Non rivendica amore, lo spera. Ma amarlo è pericoloso. Infatti il brano scelto riporta sette versetti, in cui per sette volte Gesù ribadisce un concetto, anzi un sogno: unirsi a me, abitare in noi. E lo fa con parole che dicono unione, compagnia, incontro, intimità, in una divina monotonia, umile e sublime: sarò con voi, verrò presso di voi, in voi, a voi, voi in me io in voi.

Gesù cerca spazi, spazi nel cuore, spazi di trasformazione: se mi ami diventi come me! Io posso diventare come Lui, acquisire nei miei giorni un sapore di cielo e di storia buona; sapore di libertà, di mitezza, di pace, di forza, di nemici perdonati, e poi di tavole imbandite, di piccoli abbracciati, di relazioni feconde che sono la bellezza del vivere.
I comandamenti da osservare sono quei gesti che riassumono la sua vita, che vedendoli non ti puoi sbagliare: è davvero lui. Lui che si perde dietro alla pecora perduta, dietro a pubblicani e prostitute, che fa dei bambini i principi del suo regno, che ama per primo, ama in perdita, ama senza aspettare di essere ricambiato.

«Come ho fatto io, così farete anche voi» (Gv 13,15). Lui che cinge un asciugamano e lava i piedi, che spezza il pane, che nel giardino trema insieme al tremante cuore della sua amica («donna, perché piangi?»), che sulla spiaggia prepara il pesce sulla brace per i suoi amici. Comandamenti che confortano la vita. Mentre nelle sue mani arde il foro dei chiodi incandescenti della crocifissione.
(Liberamente tratto da Ermes Ronchi, Avvenire 18 maggio 2017).

                                        


Giuseppe Maria 1

La pace e la gioia che Gesù ha promesso a chi lo ama, a chi si affida a Lui sono contagiose. Un cristiano vero non mostra una faccia triste ma gioiosa: sa di essere un figlio di Dio, amato. Il mondo ha bisogno di maestri, sì, ma che siano anche testimoni di quell'amore che Dio ha per tutti gli uomini e che ci ha fatto vedere in Gesù.
(P. Giuseppe Maria)