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Martedì 17 giugno ore 18
 Il Vangelo di Matteo
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9. Introduzione alla Lectio divina: La Lectio
(sintesi liberamente tratta da: Innocenzo Gargano, Introduccion a la "Lectio Divina", ediciones paulinas,
Scribd, traduzione a nostra cura)

Quando abbiamo il libro delle Scritture aperto dinanzi a noi, dobbiamo prendere coscienza che la nostra vita spirituale dovrebbe essere costruita attorno alla Sacra Scrittura perché contiene la parola di Dio. Pertanto, tutti i nostri sforzi nella crescita spirituale dovrebbero essere orientati verso l'ascolto della parola del Signore. Il silenzio è una funzione dell'ascolto; la stabilità è in funzione della mente (per stabilità intendiamo il rimanere in un impegno di conversione continua, la consapevolezza di non aver raggiunto l'obiettivo); la permanenza in solitudine si basa sull'ascolto. Se il silenzio, la stabilità, la permanenza in solitudine, non sono in funzione dell'ascolto, diventano ozio, e sappiamo che l’ozio è il padre di tutti i vizi. Restiamo in silenzio, in solitudine, per approfondire le Sacre Scritture. Se la parola non è il centro, se non c'è "attenzione" alla sua parola, corri il rischio di non concludere nulla.
Possiamo e, dobbiamo ancora, seguire gli insegnamenti che ci giungono da tante guide spirituali, ma dobbiamo riconoscere  il loro valore relativo, per incontrare finalmente la parola di Dio. Certamente sono utili, ma solo nella misura in cui non si interpongono come diaframma tra noi e la parola di Dio e ci conducono per mano verso la parola stessa. Per questo è necessario un serio ascetismo, è necessario avere il coraggio di mettere da parte i supporti più preziosi su cui abbiamo impostato la nostra vita spirituale. È molto difficile, ma solo se lo faremo, la parola di Dio diventerà l'unico signore della nostra vita. Diversamente cammineremo sempre nell'ambiguità. E’ un po’ come il voler restare sempre a seppellire il proprio padre (Mt 8,21), l’aver mai deciso di rendere Cristo e la sua parola l'assoluto della nostra vita, ma stare sempre sul punto di farlo. 

 10. Introduzione alla Lectio divina: Studiare la Scrittura con fedeltà e umiltà

Giuseppe Maria 6

Dio non forza nessuno ad amarlo. Egli mi ama, e basta. Mi ama persino se non credo in Lui. Mi cerca quando io non lo cerco. Mi parla quando io non lo ascolto. Mi cura quando io non voglio essere curato. In una parola: mi ama di amore infinito.
(Padre Giuseppe Maria, 25 febbraio 1972)