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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Briciole di luce 04/2023

                                                    Nella tempesta

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 «Perché avete paura? Non avete ancora fede?»
                                       (Marco 4,40)


In quel tempo, venuta la sera, Gesù disse ai suoi discepoli: «Passiamo all'altra riva».
E, congedata la folla, lo presero con sé, così com'era, nella barca. C'erano anche altre barche con lui. Ci fu una grande tempesta di vento e le onde si rovesciavano nella barca, tanto che ormai era piena. Egli se ne stava a poppa, sul cuscino, e dormiva. Allora lo svegliarono e gli dissero: «Maestro, non t'importa che siamo perduti?». Si destò, minacciò il vento e disse al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e ci fu grande bonaccia. Poi disse loro: «Perché avete paura? Non avete ancora fede?» (Mc 4,35-41)

Scrive padre Ermes Ronchi:

Le piccole barche sono fatte per navigare, e anche per affrontare burrasche. Noi siamo naviganti su fragili legni nel mare della vita, su gusci di noci. Eppure ci raggiunge la parola di Gesù: passiamo all'altra riva, andiamo oltre. C'è un oltre che abita le cose. Non è nel segno del Vangelo restarsene al sicuro, attraccati alla banchina o fermi all'ancora. Il nostro posto non è nei successi, ma in una barca in mare, mare aperto, dove prima o poi durante la navigazione della vita verranno acque agitate e vento contrario […].

A noi… pare di essere abbandonati appena si alza il vento di una malattia, di una crisi familiare, di relazioni che dolgono […]. Ci sentiamo naufraghi in una storia dove Dio sembra dormire, anziché intervenire subito, ai primi segni della fatica, al primo morso della paura, appena il dolore ci artiglia come un predatore.

Allora ecco il grido: Non ti importa che moriamo? Eloquenza dei gesti: si destò, minacciò il vento e il mare [...] perché sì, mi importa di voi. Mi importano i passeri del cielo e voi valete più di molti passeri; mi importano i gigli del campo e voi siete più belli di tutti i fiori del mondo.

Mi importi al punto che ti ho contato i capelli in capo e tutta la paura che porti nel cuore. E sono con te, a farmi argine al buio, luce nel riflesso più profondo delle tue lacrime. Nelle mie notti Dio è con me; intreccia il suo respiro con il mio, e «non mi salva “dalla” tempesta ma “nella” tempesta. Non protegge dal dolore ma nel dolore. Non salva il Figlio dalla croce ma nella croce» (D. Bonhoeffer). Lui è con noi, a salvarci da tutti i nostri naufragi, è qui da prima del miracolo: è nelle braccia forti degli uomini sui remi; nella presa salda del timoniere; nelle mani che svuotano il fondo della barca. Lui è in tutti coloro che, insieme, compiono i gesti esatti e semplici che proteggono la vita (liberamente tratto da Avvenire, 17 giugno 2021).

La paura si fa sentire nella nostra vita. Schiacciati dalla paura e dalla fatica, gridiamo anche noi al Signore. Pericoli reali o no, abbiamo bisogno di Gesù sulla nostra barca, abbiamo bisogno di diventare donne e uomini di fede!

«La fede nella Provvidenza non dispensa dalla faticosa lotta per una vita dignitosa, ma libera dall’affanno per le cose e dalla paura del domani» (Papa Benedetto XVI).

Nel nostro cammino del Movimento dell’Immacolata, poniamo in evidenza dieci "pilastri", punti chiave che definiscono un po' le nostre priorità (v. Il Progetto in www.movimentodellimmacolata.it). Qui poniamo l'attenzione su "Fede nella Provvidenza".

Elisabetta della Trinità

Mio Dio, Trinità che adoro, aiutami a dimenticarmi interamente per fissarmi in te, immobile e tranquilla come se la mia anima fosse già nell' eternità.
(Elisabetta Catez- Beata Elisabetta della Trinità)