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Io sono la vite, voi i tralci.
Chi rimane in me, e io in lui,
porta molto frutto,
perché senza di me
non potete far nulla
(Giovanni 15,5)

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Briciole di luce 05/2024

                                               Il Soffio di Dio 
                                                                (cfr. Giovanni 20,19-23))

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La Parola di Dio racconta in modi diversi il venire dello Spirito Santo, per dirci che Lui, il respiro di Dio, non sopporta schemi. Uno dei racconti è nel versetto del salmo 103del tuo Spirito Signore è piena la terra. Tutta la terra, niente e nessuno esclusi. Ed è piena, non solo sfiorata dal soffio di Dio, ma colmata: tracima, trabocca, porta pollini di primavera nel seno della storia e di tutte le cose.

Mentre erano chiuse le porte del luogo dove si trovavano per paura dei Giudei, ecco accadere qualcosa che ribalta la vita degli apostoli, che rovescia come un guanto quel gruppetto bloccato dietro porte sbarrate. Qualcosa ha trasformato uomini barcollanti d’angoscia, in persone danzanti di gioia, “ubriache” (Atti 2,13) di coraggio: è lo Spirito, fiamma che riaccende le vite, vento che dilaga dalla camera alta, terremoto che fa cadere le costruzioni pericolanti, sbagliate, e lascia in piedi solo ciò che è davvero solido.

È accaduta la Pentecoste e si è sbloccata la vita.

La sera di Pasqua, mentre erano chiuse le porte, venne Gesù, stette in mezzo ai suoi e disse: pace!  L’abbandonato ritorna da coloro che lo avevano abbandonato. Non accusa nessuno, avvia processi di vita; gestisce la fragilità dei suoi con un metodo umanissimo e creativo: li rassicura che il suo amore per loro è intatto (mostrò loro le mani piagate e il costato aperto, ferite d’amore); ribadisce la sua fiducia testarda, illogica e totale in loro (come il Padre ha mandato me, io mando voi). Voi come me. Voi e non altri. Anche se mi avete lasciato solo, io credo ancora in voi, e non vi mollo.

E infine gioca al rialzo, offre un di più: alitò su di loro e disse: ricevete lo Spirito Santo. Lo Spirito è il respiro di Dio. In quella stanza chiusa, in quella situazione asfittica, entra il respiro ampio e profondo di Dio, l’ossigeno del cielo. E come in principio il Creatore soffiò il suo alito di vita su Adamo, così ora Gesù soffia vita, trasmette ai suoi ciò che lo fa vivere, quel principio vitale e luminoso, quella intensità che lo faceva diverso, che faceva unico il suo modo di amare, e spalancava orizzonti.

(Liberamente tratto da: Ermes Ronchi, internet, Sesto giorno).


Giuseppe Maria 1

La pace e la gioia che Gesù ha promesso a chi lo ama, a chi si affida a Lui sono contagiose. Un cristiano vero non mostra una faccia triste ma gioiosa: sa di essere un figlio di Dio, amato. Il mondo ha bisogno di maestri, sì, ma che siano anche testimoni di quell'amore che Dio ha per tutti gli uomini e che ci ha fatto vedere in Gesù.
(P. Giuseppe Maria)