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È il Signore!
(Giovanni 21,7)

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Sulla tua parola getterò le reti

In quel tempo, mentre la folla gli faceva ressa attorno per ascoltare la parola di Dio, Gesù, stando presso il lago di Gennèsaret, vide due barche accostate alla sponda. I pescatori erano scesi e lavavano le reti. Salì in una barca, che era di Simone, e lo pregò di scostarsi un poco da terra. Sedette e insegnava alle folle dalla barca.
Quando ebbe finito di parlare, disse a Simone: «Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca». Simone rispose: «Maestro, abbiamo faticato tutta la notte e non abbiamo preso nulla; ma sulla tua parola getterò le reti». Fecero così e presero una quantità enorme di pesci e le loro reti quasi si rompevano. Allora fecero cenno ai compagni dell’altra barca, che venissero ad aiutarli. Essi vennero e riempirono tutte e due le barche fino a farle quasi affondare.
Al vedere questo, Simon Pietro si gettò alle ginocchia di Gesù, dicendo: «Signore, allontànati da me, perché sono un peccatore». Lo stupore infatti aveva invaso lui e tutti quelli che erano con lui, per la pesca che avevano fatto; così pure Giacomo e Giovanni, figli di Zebedèo, che erano soci di Simone. Gesù disse a Simone: «Non temere; d’ora in poi sarai pescatore di uomini».
E, tirate le barche a terra, lasciarono tutto e lo seguirono. (Lc 5,1-11)


Nulla è impossibile a Dio.
E’ questa la risposta dell’angelo al’inizio del vangelo di Luca. E nel capitolo 5, di cui adesso abbiamo i primi 11 versetti, l’evangelista inizia a vedere che cosa è possibile a Dio quando l’uomo accoglie la potenza del suo amore.
L’evangelista ci mostra che c’è una folla che fa ressa attorno a Gesù perché Gesù annunzia la parola di Dio. La parola di Dio è la risposta di Dio al bisogno di pienezza di vita che ogni persona si porta dentro. E la gente sente nel suo messaggio ciò di cui ha bisogno.
Per questo c’è una grande folla attorno a Gesù.
E Gesù continua ad insegnare, a esporre il suo messaggio, cioè la Buona Notizia, e per far questo si appoggia presso una barca, che è di Simone. E quando ha finito il suo insegnamento, lui, uomo dell’entroterra, uomo di paese, si azzarda a dare dei consigli a un pescatore, a Simone. E infatti gli dice: “Prendi il largo e gettate le vostre reti per la pesca”. E la risposta di Simone è giustamente un po’ scettica. Infatti Simone obietta: “Maestro, abbiamo faticato tutta la notte”, e la notte era il tempo propizio per la pesca. Era di notte che le barche andavano a pescare. “E non abbiamo preso nulla”, infatti stavano presso la riva a lavare le reti, però Simone si fida, Simone ha cominciato a comprendere che in questa parola di Gesù c’è una potenza, una ricchezza di vita che, se accolta, può fare fiorire forme nuove e inedite di vita.

 “Sulla tua parola getterò le reti”. Lo fa, e la pesca è abbondante al punto che devono chiedere soccorso a un’altra barca. La pesca abbondante è una costante dell’attività umana quando viene condotta secondo la parola di Gesù, perché la parola di Gesù, come abbiamo detto all’inizio, è la risposta di Dio al bisogno dell’uomo, una parola che non va imposta, ma offerta. Essendo espressione di un messaggio d’amore questa parola può essere sempre proposta ma mai imposta con la forza.
Di fronte a questo la reazione di Simone qual è, vittima di una religione che inculca alle persone il senso di colpa e di indegnità di fronte al divino? La reazione di Pietro è quella di gettarsi alle ginocchia di Gesù e dicendo: “Signore allontanati da me perché sono un peccatore”.
Anziché sentirsi attratto da Gesù, Pietro lo vuole quasi evitare, si vuole allontanare, appunto perché si sente indegno. Ebbene a Gesù non interessa che Pietro sia un peccatore, a Gesù non interessa il rapporto di Pietro con la religione, o con Dio; a Gesù interessa non il fatto che Pietro sia un peccatore, ma che sia un pescatore, cioè il suo rapporto con gli uomini, con l’umanità.
Ecco perché Gesù gli dice “Non temere”, quindi non preoccuparti di essere peccatore o meno, “d’ora in poi”, cioè non guardare il tuo passato, ma guarda il presente e il futuro, “sarai pescatore di uomini”. Che cosa significa pescare uomini? Mentre pescare il pesce significa tirar fuori il pesce dal suo ambiente naturale per dargli la morte, pescare gli uomini, cioè tirar via gli uomini dall’acqua, significa comunicare loro vita.
Infatti letteralmente l’evangelista adopera l’espressione “prenderai vivi gli uomini”. Quindi si tratta di comunicare agli uomini questa parola di Dio che, se accolta, aiuta le persone a uscire fuori da quel pantano di morte, da quell’ambiente tossico che impedisce alla vita di fiorire.
E la conclusione dell’evangelista: E tirate le barche a terra lasciarono tutto, ecco non c’è soltanto più Simon Pietro, ma anche Giacomo e Giovanni, e si mettono a seguirlo.
Quindi in questo brano si manifesta la potenza della parola di Dio quando viene accolta. Fa fiorire forme nuove di vita abbondanti. E’ questa la Buona Notizia per tutta l’umanità.
(P. Alberto Maggi OSM - Centro studi biblici)