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(Giovanni 21,7)

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Briciole di luce 09/2022

                                             Il mistero della preghiera

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La preghiera è il respiro della fede, un grido che esce dal cuore di chi crede e si affida a Dio.

Pensiamo alla storia di Bartimeo, Era cieco, stava seduto a mendicare sul bordo della strada alla periferia della sua città, Gerico. Un giorno sente dire che Gesù sarebbe passato di là. Allora si apposta: non ci vede; non sa se Gesù sia vicino o lontano, ma lo sente, lo capisce dalla folla che a un certo punto aumenta e si avvicina... Ma lui è completamente solo, e nessuno se ne preoccupa. Allora cosa fa? Grida. E grida, e continua a gridare. Usa l’unica arma in suo possesso: la voce. Comincia a gridare: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Le sue urla ripetute danno fastidio, e molti lo rimproverano, gli dicono di tacere. Ma Bartimeo non tace, anzi, grida ancora più forte: «Figlio di Davide, Gesù, abbi pietà di me!». Quella testardaggine tanto bella di coloro che cercano una grazia e bussano, bussano alla porta del cuore di Dio.  Lui grida, bussa. E Gesù ascolta il suo grido. La preghiera di Bartimeo tocca il suo cuore, il cuore di Dio, e si aprono per lui le porte della salvezza. Gesù lo fa chiamare. Lo conducono dal Maestro. Gesù gli parla, gli chiede di esprimere il suo desiderio – questo è importante – e allora il grido diventa domanda: “Che io veda di nuovo, Signore!”. Gesù gli dice: «Va’, la tua fede ti ha salvato».

La fede è avere due mani alzate, La preghiera nasce dalla terra, dall’humus – da cui deriva “umile”, “umiltà” –; viene dal nostro stato di precarietà, dalla nostra continua sete di Dio. La fede è grido; la non-fede è soffocare quel grido.

Nel cuore dell’uomo c’è una voce che invoca. Tutti abbiamo questa voce dentro. Una voce che esce spontanea, senza che nessuno la comandi, una voce che s’interroga sul senso del nostro cammino quaggiù, soprattutto quando ci troviamo nel buio: “Gesù, abbi pietà di me! Gesù, abbi pietà di me!”. Bella preghiera, questa.

Ma forse, queste parole, non sono scolpite nell’intero creato? Tutto invoca e supplica perché il mistero della misericordia trovi il suo compimento definitivo. Non pregano solo i cristiani: essi condividono il grido della preghiera con tutti gli uomini e le donne. Ma l’orizzonte può essere ancora allargato: Paolo afferma che l’intera creazione «geme e soffre le doglie del parto» (Rm 3 8,22). Gli artisti si fanno spesso interpreti di questo grido silenzioso del creato, che preme in ogni creatura ed emerge soprattutto nel cuore dell’uomo, perché l’uomo è un “mendicante di Dio”.  
(Ci siamo ispirati a Papa Francesco, Catechesi n.1 sulla Preghiera).