Il pensiero di annunciare Cristo deve diventare un canto nell'anima ...
(P. Giuseppe Maria)
Introduzione alla Lectio divina
Dom Guido Innocenzo Gargano
(sintesi liberamente tratta da: Innocenzo Gargano, Introduccion a la "Lectio Divina",
ediciones paulinas, Scribd, traduzione a nostra cura)
La Lectio divina non è una lettura essenzialmente legata alla investigazione esegetica, ma una lettura che ci deve condurre alla preghiera, alla contemplazione.
I monaci hanno conservato una tradizione che vede le sacre scritture come un qualcosa di vivo, una persona che ci interpella. Se teniamo conto che la scrittura è viva, poniamo delle domande a una persona viva, e da lei riceviamo risposte.
Cerchiamo di stabilire una relazione personale con la Sacra Scrittura e ne comprenderemo il significato profondo. Nel mondo biblico, non vige l'impassibilità, ma la conoscenza di una persona, che è tanto più profonda quanto più ci uniamo a lei. Secondo San Tommaso si tratta di una conoscenza per connaturalità. Un detto di Platone suona così: “solo il simile conosce il simile”. La nostra conformazione alla Sacra Scrittura è il cammino reale per la sua comprensione, come la conformazione a Cristo è il cammino perfetto per conoscerlo.
Esistono due metodi di conoscenza che sono complementari: quello dell’investigazione scientifica e quello che chiamiamo conoscenza sapienziale della verità. Di fatto è impossibile stabilire una relazione con chi ancora non conosciamo. Gli antichi, riferendosi al Verbo incarnato, affermavano che la carne è il fondamento della salvezza; nella Scrittura la visibilità e il significato della lettera, che noi raggiungiamo grazie agli esegeti, è il fondamento della conoscenza ulteriore che si ottiene con la relazione personale che si stabilisce con la Scrittura stessa.
Chi ha avuto l'occasione di leggere i libri del Gesuita Jean Lafrance, potrà meglio stimare questo brano tratto dal libro "Giorno e Notte" pubblicato postumo
Resta soltanto il Rosario
Prima di cercare di affrontare il mistero della mia vocazione alla preghiera, vorrei dire semplicemente cosa mi resta oggi. Ho pregato molto e soprattutto ho supplicato; ho anche pregato, restando sotto lo sguardo del Padre e del Cristo, esalando loro il mio cuore, con o senza parole.
Dopo tutte le varie prove, soprattutto quelle relative alla mia salute, la sola preghiera che ancora "parla" al mio cuore, che non mi stanca e che soprattutto può continuare, è il rosario. Prende il posto di tutte le altre preghiere, e costituisce la musica di sottofondo sulla quale celebro l'Eucaristia e recito il mio ufficio.
Non so se medito i misteri e non so neanche se li espongo poco prima di ogni decina. Quello che per me è diventato evidente è che dicendo le parole pronunciate dall'angelo Gabriele e da Elisabetta, immediatamente entro nel registro della preghiera, nel tipo di preghiera citata in precedenza, ed è tutto quello che posso dire, anche se, più in particolare, assaporo meglio la seconda parte della preghiera: «Santa Maria, madre di Dio, prega per noi peccatori, adesso e nell'ora della nostra morte».
presso “Chicercatrova Odv”
Via Pragelato 24/d Torino:
Lunedì 18 ore 18
Movimento dell'Immacolata
Lc 6,36-42
Lettura
orazione sienziosa
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Adorate il Signore, Cristo, nei vostri cuori, pronti sempre a rispondere a chiunque vi domandi ragione della speranza che è in voi. Tuttavia questo sia fatto con dolcezza e rispetto (1Pt 3,15).